Biografia

Agostino Reali è nato, penultimo di sei figli, da famiglia di umili origini di tradizione contadina, il 27 agosto 1931 a Montetiffi, in località Ville di Montetiffi, ed è morto a Bologna il 25 marzo 1994.

Il padre, Ugo Reali, svolgeva il lavoro di muratore; la madre, Zenilde Piscaglia, era casalinga. Fu battezzato il 6 settembre nella Pieve romanica di San Leonardo a Montetiffi, allora Chiesa parrocchiale, appartenente alla Diocesi di Rimini.

Bambino vivacissimo al centro della vita pulsante della famiglia e del paese, quando i paesi erano ancora densamente popolati nelle campagne e i seminari frequentati, lascia la casa, undicenne, per entrare nel Seminario dei Frati Minori Cappuccini a Imola.

padre Venanzio a Porretta nel 1962

Con l’interruzione dell’ultimo anno di guerra, quando con il precipitare degli eventi i seminaristi vengono rimandati alle famiglie, egli prosegue negli studi lungo tutto il cammino verso la professione religiosa: seminarista a Ravenna nel 1946, a sedici anni viene ammesso al noviziato di Cesena con il nome di fra Venanzio; a ventuno anni, conclusa la preparazione religiosa, emette la professione perpetua a Bologna, dove inizia lo studio della teologia e dove infine viene ordinato sacerdote da mons. Gilberto Baroni il 29 giugno 1957 presso la Chiesa del Convento San Giuseppe. Dopo l’ordinazione si trasferisce a Roma, con residenza presso il Collegio Internazionale San Lorenzo da Brindisi,  per conseguire  la licenza in teologia all’Università Gregoriana e la specializzazione in scienze bibliche al Pontificio Istituto Biblico. Dedica a san Bonaventura sia la dissertazione teologica del giugno 1959 (“moderante” il prof. Zoltan Alszeghy) –  Quo sensu adhibetur imago luminis in doctrina de gratia a S. Bonaventura – sia l’esercitazione biblica per l’esame con cui il 18 giugno 1962 si congeda dall’Istituto Biblico – San Bonaventura e il problema sinottico – 

Appassionato di arte e poesia sin dalla più tenera età, parallelamente all’attività scolastica e pastorale, porta avanti, con costanza, e in ombra, una ricchissima produzione poetica e figurativa.Gli anni romani sono particolarmente intensi anche per la frequentazione di personalità del mondo letterario e artistico: tra le sue carte restano memorie e documentazione di scambio con Cardarelli, Govoni, Ungaretti, Pasolini, Caproni, Betocchi, Guttuso, Spagnoletti, De Luca, Cimatti…Tra il 1961 e il 1964 alcuni suoi componimenti vengono accolti sulle riviste «Fiera Letteraria», «Belmondo», «Persona»…. Il poeta Giorgio Caproni lo presenta nel 1961 a una trasmissione radiofonica leggendo Primaneve. «Giovane padre cappuccino dalla lunga barba castana spartita in due corni mosaici, gli occhi chiari e ridenti, di fanciullo», scrisse Pietro Cimatti dalle pagine di «Fiera Letteraria», «era fra’ Venanzio, il fraticello amico di  tutti i letterati romani, come seppi poi, poeta in segreto e, da qualche mese, scopertosi anche pittore in un suo ingenuo primitivo simbolismo che ha visto Rouault e Chagall, e ha “visto dentro” una colorata, fantasiosa, anima di fanciullo».

Portati a termine gli studi, con il rientro in provincia assume incarichi di formatore come vice-maestro dei professi a Bologna (1962-63, rinuncia 1965-66) e a Reggio Emilia (1964-65). Negli anni 1962-63 è anche bibliotecario provinciale a Bologna. E inizia a insegnare Sacra Scrittura, attività che lo occuperà per circa trent’anni parallelamente ai numerosi impegni che gli vengono assegnati all’interno dell’Ordine: insegna presso gli studentati dei Frati Cappuccini di Bologna (1962-64, 1965-77) e Reggio Emilia (1964-65), presso gli Studi Teologici di Bologna (Dehoniano 1976-1978; Antoniano 1977-1992), dei Cappuccini a Venezia (1987-1990) e presso l’Istituto Diocesano di Scienze Religiose di Ferrara (1988-1993).

padre Venanzio a Comacchio nel 1992

Nel 1966 inizia il servizio di assistenza religiosa ai malati presso l’Ospedale Bellaria di Bologna che porta avanti ininterrottamente sino al 1981, anno in cui viene viene nominato Ministro Provinciale (1981-1987). Portato a termine il doppio mandato, si ritira nel Convento di Comacchio in Santa Maria in Aula Regia, dove si trovava il museo mariano cui aveva lavorato, collaborando all’allestimento. Dal 1990 alla morte è direttore di «Messaggero Cappuccino», la rivista della propria famiglia francescana, della Provincia, allora, dei Cappuccini bolognesi-romagnoli.

Infine, dopo essersi fatto carico lungamente della sofferenza del prossimo, nella ricorrenza dell’Annunciazione una lunga e dolorosa malattia lo spegne il 25 marzo 1994.

Poesia e arte sono state verosimilmente attività notturne. Negli anni settanta alcuni componimenti appaiono tradotti e pubblicati negli Stati Uniti da Dora M. Pettinella; quattro di questi sono apparsi in «Mundus Artium» (1971), rivista del Dipartimento di Inglese della Ohio University (Texas).
Solo nel 1983 prendono avvio le pubblicazioni di poesia, che in realtà coprono appena un decennio: opera prima è la “trasposizione poetica” dall’originale ebraico del Cantico dei Cantici, uscita in forma minore come estratto di «Quinta generazione», dispensa mensile di poesia (Forum, Forlì). La pubblicazione ha ottenuto varie ristampe: Il Cantico dei Cantici nella trasposizione poetica di Agostino Venanzio Reali, Book Editore, Castel Maggiore – Bo- 1999, 2003; Il Cantico dei Cantici. Trasposizione poetica dall’ebraico, Pazzini, Villa Verucchio  Rn 2011.
Nel 1986 esce la raccolta Musica, Anima, Silenzio. Velleità di un omaggio a Emily Dickinson (Rebellato); l’anno successivo Vetrate d’alabastro (confessioni e preghiere) (Forum/Quinta Generazione); del 1988 è Bozzetti per Creature (Forum/Quinta Generazione), tre opere ristampate congiuntamente nel 2002 col titolo editoriale di Primaneve (Book Editore). Postuma è l’antologia Nóstoi. Il sentiero dei ritorni (poesia), Book Editore, Castel Maggiore – Bo- 1995.

Nonostante l’estremo riserbo dell’autore per cui solo pochi amici erano informati di questo lavoro e solo alla morte si è potuto prendere atto della qualità e della mole della sua produzione letteraria e artistica, la poesia di padre Agostino Venanzio Reali ha suscitato presto interesse in ambito accademico con la presentazione, presso l’Università degli Studi di Bologna, delle prime tesi di laurea di Anna Maria Tamburini (Nóstoi. La poesia di Agostino Reali) e di Laura Caffagnini (Agostino Reali traduttore del Cantico dei cantici), con i professori Ezio Raimondi e Alberto Bertoni. La critica si è poi espressa favorevolmente sia in ambito letterario che artistico. Dal 2004, in seno al Convegno di Rimini e Sogliano-Montetiffi organizzato, per commemorare il decimo anniversario della morte, in collaborazione con i Frati Cappuccini bolognesi-romagnoli e con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Diocesi di Rimini “Alberto Marvelli”, si è iniziato a esplorare l’autore a tutto campo, con particolare attenzione anche al pensiero filosofico e teologico.

Tanta parte del lavoro di studio e divulgazione, di argomento biblico, teologico, francescano…, è documentato con la pubblicazione del volume Il pane del silenzio. Articoli dal 1975 al 1993 (Book editore 2004), un’opera che è stata oggetto di una tesi teologica, di fr. Fabrizio Zaccarini (Agostino Venanzio Reali. Un lettore della parola tra esegesi e poesia, EDB , Bologna 2007).

Sul versante delle arti figurative padre Venanzio realizzò opere di pittura scultura e grafica, partecipando anche ad alcune esposizioni, tra le quali la sesta Biennale d’arte sacra contemporanea a Bologna nel 1966. Il grande Crocifisso ligneo di San Paolo a Ponte Uso fu collocato nell’abside della chiesa parrocchiale la domenica delle Palme del 1965. Con il ciclo pittorico La Creazione – che verosimilmente, come la Via Crucis a colori, risale agli anni romani  partecipò a una mostra collettiva presso il Convento di Ferrara dal 24 maggio all’8 giugno 1975. Nel 1988 organizzò la rassegna Ecco tua madre, presso il Museo d’Arte Sacra Contemporanea a Comacchio, in Santa Maria in Aula Regia, che aveva inaugurato otto anni prima, avendo partecipato all’allestimento.

L’opera di Reali rappresenta un caso postumo anche per le arti figurative, come e più ancora che per la poesia. Nell’occasione del primo convegno commemorativo i confratelli organizzarono una mostra presso il Convento San Giuseppe in Bologna, documentata con la pubblicazione di un primo catalogo: Nóstoi: il sentiero dei ritorni (arte) (Bologna 1995); e l’anno seguente si replicò a Ferrara a cura di Franco Patruno presso l’Istituto di Cultura “Casa Cini”.

I cicli pittorici La Creazione e Via Crucis di Ravenna furono esposti nel 1999 a Montetiffi (10-12 settembre). Un più ampio allestimento si tenne a Ravenna nel 2001 (16 marzo – 26 aprile) presso la Chiesa di San Domenico, documentato con relativo catalogo (“Agostino Venanzio Reali. Pittura, scultura, grafica”, Ravenna 2001).

Nel decimo anniversario della morte i Frati Cappuccini dell’Emilia Romagna hanno ceduto un centinaio di opere al Museo “Agostino Venanzio Reali” inaugurato a Montetiffi il 18 settembre 2004; mentre parallelamente, dal 16 settembre al 30 ottobre 2004 presso i Musei Comunali della Città di Rimini venne allestita una mostra collegata al Convegno di studi realiani Dipingere la Parola. La teologia della bellezza nell’opera di Agostino Venanzio Reali (Padova 2006). Nel 2014 per l’occasione del ventesimo anniversario numerose iniziative, sotto il comune titolo Nei viali dell’anima, si sono succedute lungo tutto l’arco dell’anno, tra le quali dal 7 settembre al 14 dicembre, un allestimento articolato sulle tre sedi del Palazzo della Cultura di Sogliano al Rubicone, il Museo “Agostino Venanzio Reali” di Montetiffi, la Chiesa di S. Paolo in Ponte Uso.

Le ultime esposizioni: nel 2015 a San Marino – Pennabili (Nella clamide rossa. Immagine poesia preghiera – Museo San Francesco, Repubblica di San Marino 15 febbraio – 15 marzo; Seminario Vescovile, Pennabilli 9- 24 maggio), a Cesena (Fiore della poesia, Abbazia del Monte 8 agosto-8 settembre); a Bologna per il Festival Francescano nel 2015 in S. Maria della Vita.

Nel 2017, a Cesena, la mostra La Via Crucis. “Breccia nel mistero”, Palazzo Ghini 17 marzo – 22 aprile.

 

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